Negli ultimi anni, tra governi, imprese e cittadini si è acceso un vivace dibattito sull’obbligo di utilizzare pagamenti in contanti e sulla tracciabilità degli stessi. Dopo diverse modifiche legislative per favorire i pagamenti elettronici, sta per iniziare una nuova fase. Alcune restrizioni sul contante sono in fase di revisione e i cambiamenti potrebbero avere un impatto tangibile sulla nostra vita quotidiana.
Il limite all’uso del contante è attualmente
Dal 1° gennaio 2023, il limite per i pagamenti in contanti è stato aumentato dai precedenti 1.000 euro a 5.000 euro. Ciò significa che fino a questo limite, gli acquisti e le transazioni in contanti possono essere effettuati senza l’obbligo di essere tracciabili tramite carta di debito o di credito o bonifico bancario.
Tuttavia, per importi superiori a 5.000 euro, i metodi di pagamento tracciabili continueranno ad essere obbligatori.
Un ritorno alla tracciabilità?
Sebbene l’espressione “ritorno al passato” non sia del tutto appropriata, la nuova direzione tende a rendere l’uso del contante più flessibile, soprattutto per commercianti, artigiani e piccoli commercianti. Alcune delle proposte attualmente in discussione mirano ad aumentare ulteriormente il limite o a ridurre le sanzioni per coloro che rifiutano i pagamenti elettronici, e il dibattito sulle misure antievasione fiscale si sta nuovamente ravvivando.
Cambiamenti per le imprese e i cittadini
- Le imprese non saranno penalizzate se accettano pagamenti in contanti fino a 5.000 euro.
- L’uso dei terminali POS rimane obbligatorio, ma la questione dell’obbligo di accettare sempre i pagamenti elettronici, soprattutto per importi di piccola entità, rimane irrisolta.
- Per i cittadini, questo significa una maggiore libertà di scelta in termini di metodi di pagamento. Tuttavia, è comunque preferibile optare sempre per mezzi tracciabili, sia in termini di sicurezza che di tutela legale.
Pagamenti tracciabili: ancora obbligatori in alcuni casi
Tuttavia, ci sono anche ambiti in cui la legge richiede ancora metodi di pagamento tracciabili, indipendentemente dall’importo.
- Riduzioni e detrazioni fiscali (ad esempio per spese mediche, scolastiche o sportive)
- Bonus edilizi e di ristrutturazione
- Acquisto di immobili o veicoli
In questi casi, pagare in contanti significa perdere detrazioni e incentivi.
Conclusione: più libertà, ma anche maggiore responsabilità
L’innalzamento del limite per l’uso del contante amplia le possibilità di scelta nei pagamenti, ma non deve essere interpretato come un via libera all’utilizzo senza regole. Rimane essenziale mantenere un equilibrio tra libertà di spesa e correttezza nella gestione finanziaria, un tema ancora oggi oggetto di discussione.
Consiglio: per acquisti di importo rilevante e per ragioni fiscali, è sempre preferibile optare per strumenti di pagamento tracciabili.